- A novembre l’Allianz Trade Export Forecast si attesta a -1.40 punti; ad agosto era a -1.11
- Quest’anno l’economia svizzera si dimostra piuttosto robusta.
- L’inflazione in crescita, l’aumento dei tassi di interesse e le incertezze geopolitiche, però, deprimono la congiuntura.
Wallisellen, 23 novembre 2022 – A novembre l’Allianz Trade Export Forecast si attesta a -1.40 punti – un ulteriore calo rispetto ai -1.11 punti registrati ad agosto. Ancora una volta, quindi, l’indicatore è notevolmente al di sotto della crescita tendenziale di lungo periodo e scende di nuovo al livello di giugno 2020 nel primo anno di pandemia. Anche nei prossimi 6-12 mesi c’è da attendersi una contrazione delle esportazioni.
Superata la crisi legata al Coronavirus, l’economia svizzera si è dimostrata quest’anno piuttosto robusta. Dopo due trimestri di stagnazione gli investimenti sono tornati a crescere. «Inflazione in crescita, aumento dei tassi d’interesse e incertezze geopolitiche continuano a deprimere la congiuntura economica, e il “clima di fiducia dei consumatori” della SECO ha toccato i minimi dall’istituzione di tale rilevazione. Tuttavia, ci sono alcuni segnali positivi, come le buone condizioni del mercato del lavoro e la resilienza del commercio estero svizzero", osserva Andreas Jobst, Head Macroeconomic e Capital Market Research di Allianz SE. Il livello dei prezzi si è lentamente stabilizzato. L'inflazione è scesa dal 3,3% di settembre ad appena il 3% di ottobre e Allianz Trade prevede che l'anno prossimo l'inflazione si riporterà vicino all'obiettivo del 2% della Banca Nazionale Svizzera.
Difficile contesto internazionale
Il contesto internazionale rimane difficile per il settore delle esportazioni, ma non ha ancora inciso visibilmente sui dati ufficiali del commercio estero. Nel terzo trimestre del 2022 le esportazioni sono aumentate, al netto delle oscillazioni stagionali, dell’1.3% (+0.7% in termini reali), raggiungendo il valore record di 67 miliardi di franchi. Le importazioni sono aumentate dello 0.8% (-0.5% in termini reali) arrivando così a toccare il massimo storico di 58.9 miliardi di franchi. Le previsioni di crescita per l’economia svizzera sono state nuovamente corrette al ribasso. Allianz Trade prevede, dopo una crescita reale del 2.2% nel 2022 (settembre: 2.5%), una crescita economica di solo 0.3% (settembre: 1.3%) nel 2023.
Aumento delle esportazioni trainato dal settore chimico-farmaceutico e dell’orologeria
Ci sono grandi differenze nelle esportazioni. L’aumento delle esportazioni nel terzo trimestre del 2022 si basa principalmente su due categorie di merci: prodotti chimico-farmaceutici e orologi. Per i primi (+1.3% in termini nominali), la crescita è dovuta esclusivamente all’aumento delle esportazioni nel settore dei prodotti immunologici. Le esportazioni di orologi (+4.9% in termini nominali) hanno registrato il risultato trimestrale più alto di sempre, raggiungendo i 6.4 miliardi di franchi. Mentre le consegne di strumenti di precisione sono rimaste leggermente al di sopra del livello del trimestre precedente, quelle di macchinari, elettronica, metalli e veicoli sono diminuite sensibilmente dopo una solida fase di crescita nei trimestri precedenti.
Calo delle esportazioni verso l’Europa
Le esportazioni verso l’Europa hanno registrato la prima flessione in due anni (-4.4% in termini nominali). Le esportazioni verso l’Asia, invece, sono salite del 10.3% e poggiano su un’ampia base. Spiccano le esportazioni verso la Cina e il Giappone, con un +19.3% e un +15.5% rispettivamente. Anche le esportazioni verso il Nord America sono cresciute mettendo a segno un +3.2%.
Abbastanza buono l’andamento dell’industria svizzera
«Nonostante la debolezza del contesto internazionale, il settore svizzero delle esportazioni sta andando abbastanza bene», dichiara Alen Kahrs, CEO ad interim di Allianz Trade Svizzera, e aggiunge: «questo ha a che fare con il fatto che gli effetti negativi si fanno sentire con un certo ritardo. Inoltre, l’export svizzero beneficia del fatto che ha sempre dovuto fare i conti con la forza del franco e che le oscillazioni del tasso di cambio tra USD e CHF è piuttosto stabile da anni. Inoltre la Svizzera, grazie ai rapporti di cambio e ai tassi di interesse in proporzione più moderati, può contenere l’inflazione in misura maggiore rispetto ai Paesi confinanti».
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